martedì 24 marzo 2020

"Ascimm pazz"

"Ascimm pazz" - ripeteva - "Ascimm pazz." 

Sapeva che sarebbe inevitabilmente accaduto. Chi uno scompenso, chi un altro, 
Chi un tic, chi un'eruzione cutanea, chi troppo cibo.
Rallentava tutto giorno dopo giorno, notte dopo notte.
Il tempo non esisteva più.
Rallentava il cervello.
Rellentava il desiderio: era l'unico modo di sopportare la sopravvivenza mozzata.
Rallentava l'espressione delle paure perché si voleva mantenere rispetto per i morti e per gli operatori sanitari e non che erano in trincea, per noi, per tutti.

Smettemmo di lamentarci.
Morimmo.
Con i corpi che ancora giravano tra quelle quattro mura.

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