martedì 20 febbraio 2024

Il silenzio è una vittoria

Nella società dedita al lamento, dove il sarcasmo uccide ogni possibile volontà di cambiare atteggiamento, rotta o stato d’animo, mi ritrovo spesso incompresa.


Incompresa perché ho scelto e scelgo spesso il silenzio all’alternativa di vomitare ogni possibile pensiero di dubbi o preoccupazioni o timori. 

E qui, se non ti lamenti, allora va tutto bene.


Un po’ di anni fa, lessi da qualche parte che parlare dei propri “problemi” tende ad amplificarli perché alla fine resti in qualche modo ancorato lì e poi ne parli e allora poi ti chiedono come sta andando o meno. E quindi ci torni su e questa cosa non è sempre positiva. E allora ho provato, sperimentato e capito che è davvero così…


Più che sui problemi dovremmo dedicare tempo alle soluzioni e a volte le migliori arrivano dopo che ci si è saggiamente DISTRATTI a fare altro, qualche attività che ci fa stare bene, che sia cantare, pulire, dipingere, cambiare la disposizione degli ambienti di casa, camminare, leggere, guardare un film. 

Insomma diversi studi hanno proprio dimostrato questo, ma il silenzio per molti richiede troppa fatica perché non ti mette sul palcoscenico e siamo in una società ricca di esibizionismo.


Il silenzio è un po’ vintage, un po’ anni 90, quando non avevi gli strumenti né per distrarti, né per spettacolarizzare ogni aspetto della tua vita, né per cercare conforto dai followers… e non perché questo non sia possibile, ma perché, prima o poi ti allontanerai dal feed e rimarrai SOLO TU. E allora forse è meglio concentrarti su di te, fare qualcosa che catturi la TUA attenzione. 


Questo è il mio mantra, accettabile o meno.


Questo mi fa apparire agli occhi di molti come una persona a cui “va sempre tutto bene”, che non ha bisogno di supporto alcuno e che è potenzialmente e perennemente disponibile ad accogliere il lamento altrui.


E confesso che fino a qualche anno fa soffocavo in questo incessante dare e accogliere, tanto che la prof di filosofia delle superiori, poiché ero il punto di riferimento per tante ragazze di classe, mi rimproverò un giorno dicendomi che dovevo SMETTERLA di fare la Madre Universale e pensare più a me, che QUALCOSINA a cui badare ce l’avevo.


Ogni anno che passa imparo sempre più, non a lamentarmi (non fa parte della mia indole) ma a SALVARE il mio spazio e LIMITARE la mia disponibilità.


In un libro bellissimo Salvatori Brizzi dice una cosa in cui credo tantissimo: solo gli schiavi si lamentano perché non hanno possibilità di scelta.


La pandemia ha aiutato tante persone (dopo averle soffocate necessariamente nelle loro strette realtà) ad applicare un cambiamento. E sono fiera di loro. 

Ma tanti altri sono rimasti lì, in ciò che erano, seppur insoddisfatti. 

Non provo pena. Non provo dolore. Non provo compassione. Mi dispiace che siano “umanamente sprecati” ma è una loro SCELTA perché non siamo schiavi nel nostro micromondo.


Però con queste persone il mio spazio ha ancora più valore e colore SENZA di loro. Diciamo che è stata ed è una selezione naturale.

Naturalmente non accetto più il lamento degli altri e le mie orecchie si rifiutano di dedicare tempo ed energie. 


Nel silenzio e nella solitudine ho imparato la strada per sopravvivere ed è stato solo merito mio. 

Perché poi ognuno torna a casa sua. 

Perché il feed ad un certo orario si spegne, perché quello che senti lo sai solo tu, SE TI ASCOLTI.


Non ho bisogno di fingere, ma solo di tutelare il mio essere e il mio spazio vitale.