giovedì 16 maggio 2019

C'eri.

C'eri.

Ero immersa nella tenerezza e in quella ricerca di donare ai più piccoli e sei arrivata tu, Samba, a chiedermi di giocare insieme "prendimi, prendimi!"

Ti ringrazio scrivendo qui, per quanto possa servire.



Ti ringrazio perchè continui ad esserci e perchè continui ad augurarmi il tuo più grande desiderio, quello che ogni tanto mi fa dannare, perchè se anche accadesse, non potrebbe sentire il tuo odore.

Le lancette e il calendario iniziano a lampeggiare intorno.

E' assurdo come passi il tempo, anche senza di te.

E' assurdo, ancora.

Potrei gioire, potrei dannarmi.

Mi limito all'accettazione.

Ci siamo incontrate, lo so. Accadrà ancora. Lo so.

Mi manchi come il primo giorno.

Continuano a dirmi che ricordo troppo te e ogni volta vorrei fartelo sapere, ma magari sei lì che osservi e sorridi commuovendoti, come faccio anche io.

Sto imparando a non aver paura di splendere.

Non tutti apprezzano e questo automatizza una selezione "naturale" nelle relazioni, a volte fa male, ma con razionalità è quasi un piacere. Molti si aspettano che ci si debba giustificare quando si sta bene, molti invidiano perchè non conoscono il passato o perchè semplicemente non si impegnano abbastanza nel loro presente.
No, le bestemmie non mancano. Ma dopo te, tutto ha una nuova valenza, proprio tutto.
Posso ringraziarti anche per questo o sembrerà troppo assurdo? (Ma ch ce ne fott, suggerì il vecchio saggio) e so che starai ridendo.

Da qualche parte ho letto una cosa del tipo "se il dolore ti ha reso cattivo, allora non è servito a nulla", ecco, potrei tatuarmelo.

Mi manchi, tutto qui.

mercoledì 15 maggio 2019

Bisogno di incoscienza




Con la Luna sulla testa e le onde a pochi metri faccio fatica a mentire.

Non c’è alcuna certezza nel vivere le emozioni.
Non c’è alcuna rassicurazione del tipo “non farà male”. Ma qual è l’alternativa?
Inizia con la A di “accontentarsi" o con la F di "fingere che vada tutto bene”.

La Luna preme nel ricordare ancora una volta che la vita è solo una.
Ma a volte l’anima è come se fosse unta e scappa da ogni presa. O forse è la testa?

Crea disagio limitarsi.
Crea disagio impersonare chi non siamo, ma proviamo a tutelarci.
Proviamo a tutelare la nostra tanto ambita, sudata, guadagnata individualità.
Non abbiamo ancora trovato il modo di farla convivere con un’altra individualità, senza limitare nessuno.

A volte ci sono più parole nei silenzi e nelle cose non dette.
A volte è tutto così chiaro che è inutile parlarne.
Sarebbe tutto più facile se fosse sempre estate.
Sarebbe tutto più semplice se non avessimo memoria dei brandelli di cuore sparsi qua e là, a ricordarci quanto abbiamo dato e quanto abbiamo sofferto.
Sarebbe tutto più vivibile, se non avessimo il terrore di rivivere un dolore.


Vorrei dirti “io ci sarò” e vorrei sentirmi dire che ci sarai.
Vorrei dirti che non farà male e vorrei lo stesso da te.
Vorrei dirti che non ho paura, ma al solo pensiero di un tradimento di fiducia mi si è accellerato il battito cardiaco.
Se dovesse dipendere tutto dalla razionalità non sarei mai pronta.
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“Vivi come se fosse sempre estate”, scrisse un post-it e lo attaccò al muro.

Dopo qualche mese, con il cuore in brandelli lo guardò e sorrise.

Sorrise perchè nonostante tutto capì di essere ancora viva e accade sempre quando smetti di credere, arriva qualcosa che ti sfiora e dopo poco ti perfora e non hai scelta, perchè è già entrata.

(tratto da una storia vera)