sabato 13 luglio 2019

Humanity


Nel taciuto spesso c’è un mondo.

Nel taciuto a volte c’è il pensare che non ne vale la pena.

Nel taciuto c’è la necessità di tutelarsi e il timore di fidarsi della persona sbagliata.

Nel taciuto c’è il terrore di perdere il proprio spazio, perchè non si è disposti a farlo.

Nel taciuto c’è un pizzico di (forse stupido) orgoglio che ci spinge a comportarci come degli specchi: ti dò quello che mi dai, ti dò quello che ti meriti, ma chissà perchè non viene mai capita la “tattica dello specchio”. Forse perchè ci sentiamo spacchioni anche quando non dovremmo, ci sentiamo per qualche assurdo motivo “più fighi, più meritevoli di attenzioni” rispetto all’altro. E intanto l’altro ragiona tipo “guarda come ti sei comportato/a, faccio uguale” o “guarda come ti sei comportato/a, allora col caxxo che ti cerco”.

Eppure, in questo taciuto, quanti mondi ci sono che non comunicano?
Quante occasioni ci perdiamo?
Ce le perdiamo davvero?
O a volte preferiamo tacere proprio perchè abbiamo consapevolezza che non ci potrebbe essere ALTRO perchè viaggiammo su binari paralleli?

Qualcuno potrebbe pensare “finchè non ci esponiamo, non lo sapremo mai”. Chissà.
Ho sentito tante storie di persone che si sono esposte e nonostante questo sia rimasta un tot di gente a nascondersi dietro ad un dito.

Nascondersi dietro ad un dito.

C’è una parte del nostro cervello che ci contraddistingue rispetto agli animali: il cervello recente o corticale. 
E’ quella parte che si occupa dell’elaborazione del linguaggio, del parlato e che è in grado di produrre pensieri LOGICI. Il “conscio”: ragionare sulle proprie scelte.
L’elaborazione dei nostri pensieri…
…la stiamo buttando in un cesso.

E’ difficile, è spesso difficile per me, adattarmi a questa società e a questi metodi, per quanto talvolta ne faccia uso per adeguarmi, necessariamente.
Ma poi devo correre a scrivere, devo chiudermi a pensare, staccare la spina e ricordarmi di PESARE le menti, di distinguere e di fare luce sui “taciuti” e provare a dare delle valutazioni.

Non è un processo semplice. In questa società ci stiamo DISABITUANDO a quella che un tempo non troppo lontano era per noi la “normalità” (detesto questo termine ma forse rende l’idea), intesa a volte, semplicemente come EDUCAZIONE, RISPETTO e COERENZA. Per me, tuttora, alla base della vita, di qualunque tipo di rapporto con un altro essere umano. Un tempo questi comportamenti per noi erano alla stregua di una “banalità”. Oggi una rarità.

Cerchiamo di non perderci.
Cerchiamo di distinguerci.
Cerchiamo di coltivare una bella unicità. Tante belle unicità ridaranno valore a questa società.




domenica 7 luglio 2019

Momenti di verità


Non so da quando sia iniziato tutto questo.
Non so da quando sia iniziato a passare il messaggio che essere cinici sia alla stregua di una qualità ed essere sensibili una debolezza.
Non so da quando la percezione dell’essere menefreghisti sia per molti un motivo di vanto; 
essere disattenti, essere superficiali.

Quello che so è che (purtroppo o per fortuna) mi è capitato spesso di essere presente a "momenti di verità".
Che siano durati attimi, minuti o una manciata di ore.
Ho intravisto l’essenza di molti. 
A volte penso sia stata una bella opportunità, altre una tremenda illusione.

Ci sono tanti messaggi, email, lettere che ho scritto e non ho mai inviato.
Sono ancora lì, ogni tanto per caso le leggo e mi dico “chissà come sarebbe andata se le avessi inviate”
Avrei stravolto la vita di qualcuno?
Avrei aperto un nuovo scenario? Un nuovo punto di vista?
Mi avrebbero preso per pazza e deriso?

Mi ero ripromessa di non farlo più, mi ero ripromessa di INVIARE sempre i miei pensieri, per alleggerirmi in primis ma anche per mostrarmi a 360 gradi, per far sì che chiunque condividesse con me dei momenti importanti, avesse sempre un feedback…

…ma poi mi sono chiesta se ne valesse la pena, se non avessi corso il rischio di essere in qualche modo fraintesa e se valesse la pena prendermi questa “responsabilità”.
Responsabilità di cosa? Darsi è una responsabilità nel momento in cui ti dai, nel momento in cui ti mostri, se dall’alta parte non c’è qualcuno disposto a condividere il carico, puoi stare certo che lo lascerà cadere. Fingendo disinteresse, andando altrove, sparendo.

Questo perchè i “momenti di verità” per molte persone pare abbiano una scadenza, spesse volte nel momento stesso in cui si concludono, quindi sono attimi, minuscole “aperture” lungo il percorso di “strafottenza" perenne.

Quanto male facciamo all’essenza della vita.
Quanto male facciamo al benessere accantonato.
Quanto male facciamo all’umanità.

Perchè poi il malessere del “non-essere-veri” si manifesta in carenze fisiche, nervosismi, una sorta di insofferenza costante che non riusciamo sempre a spiegarci.

E’ faticoso dare spazio all’essenza per tanti motivi. 

Sicuramente primo tra tutti è che intorno in pochi si danno e ci sentiremmo quasi “stupidi” senza degli interlocutori disposti ad ascoltarci, murati e sommersi di messaggi del buongiorno vacui, di tantissime notifiche sul cellulare che ci distraggono, che avrebbero potuto tranquillamente non esserci e intanto il pensiero si spezzetta, il respiro è veloce, l’occhio sullo schermo e sulle vite degli altri costante e attento, quasi come se ci pagassero per farlo!

Abbiamo smesso di dare valore al tempo per noi stessi, tempio sacro a cui dovremmo dedicarci. 
 Ora, se ci pensate un attimo, ci risulta “concesso” solo per andare magari in palestra, come se dovessimo “giustificarci" con un’attività per stare un po’ con noi stessi.

Dovrebbero insegnarlo nelle scuole: prendetevi cura di voi stessi, ascoltatevi, godetevi un po’ di sana solitudine, lasciate il tempo ai pensieri di prendere forma, costruirsi, modellarsi. E invece no. 

E tutto questo sfocia inevitabilmente nella società, nelle coppie e nelle famiglie basate sulla necessità di sopperire ad un malessere personale. 
Separazioni, divorzi, tradimenti, omicidi.

Quanto spesso sento e continuo a sentire e vedere di persone che “stanno insieme perchè non sanno stare da sole”. Mi si spezza il cuore ogni volta. 
Come ci si dovrebbe sentire a stare con qualcuno che SAI che non sa stare da solo e quindi tu sei una sorta di “conforto”, una sorta di “alternativa al malessere”, NON una scelta.

Ho sempre pensato e desiderato di stare con qualcuno per SCELTA e di stare con qualcuno che mi scegliesse ogni giorno, di non essere un’alternativa al NULLA, al MALESSERE, alla SOLITUDINE.

Ho sempre pensato (e tuttora lo penso) che sia una grande perdita di tempo ed energie fingere che vada tutto bene, non perchè sia “Illuminata” dalla verità, ma perchè poi si manifesta un turbamento perpetuo...

Naturalmente ci sono arrivata con ferite e cicatrici e mi auguro di mantenere questa lucidità emotiva, ma non ho la certezza che possa incorrere nuovamente in sbagli ed errori.
Ma ogni esperienza insegna e se la sofferenza non è in grado di insegnarci a risorgere con il tempo, l’impegno e il sorriso migliore che possiamo augurarci, allora non è servita proprio a niente. 

Intanto ci auguro di concederci tempo non definito da dedicarci, mettere sulla bilancia ciò che ci fa stare bene e male e prenderci la responsabilità dei rapporti umani. 
Rapporti umani.
Alla fine la vita è fatta di questo, no?