venerdì 27 ottobre 2023

La paralisi

Opuscoli di lezioni di vita. Lanciati qui e là senza richieste.

Insegnanti senza titoli.

Roventi giudizi.

Riscaldate convinzioni.

Scalpitanti alleanze… ma in battaglia non si va mai.

Si resta dietro una comoda trincea immaginaria.

Si dedica tempo e si sprecano energie ad elencare sentenze. Abominevoli sentenze.

Una calca di appollaiate credenze pur di apporre la migliore etichetta in questo tripudio di consensi. 

Una tortura privata autoinflitta.


Come ce l’avete il respiro?

Come vi sentite a luci spente?

Chi siete quando non c’è più il pubblico?

Se la società domani sparisse, avreste ancora un corpo?


Si è paralizzata l’evoluzione. La vostra. 

Ci dispiace assai.


ps: vi diciamo un segreto: siete sempre in tempo per cambiare

pps: HOPE IS A MUSCLE THAT ALLOWS US TO CONNECT canta Bjork…




Le sorelle di vita




Alcune anime arrivano in famiglie dove saranno portate a vivere sfide continue, si troveranno a dare, dare e ancora dare senza ricevere non solo nulla in cambio, ma nemmeno un ringraziamento.

Qualcuno dice che c’è una ragione a tutto questo ed è per il nostro bene, per la nostra evoluzione. Lo capiremo forse un giorno, mentre ci impegniamo ancora a sperare di rinascere senza sentimenti e con cuori di pietra.


Lungo questo percorso incontriamo delle sorelle di vita e ci facciamo compagnia per un pezzo di strada, condividendo ogni cosa, dandoci fino al possibile, perché l’impossibile non lo diamo più, siamo troppo provate (ancora e per sempre) da quel dare che non è mai stato riconosciuto.

Eppure, con le sorelle di vita, il nostro “dare nel possibile” è sempre apprezzato perché sappiamo metterci nei panni altrui o semplicemente perché ci siamo riconosciute in mezzo alla folla.


Mi stupisce a distanza di quasi 20 anni, aver ricevuto un riconoscimento importante di presenza.


Una persona con cui per anni ci siamo tenute la mano è poi scappata via con la Signora Eroina. 

Ho provato ad inseguirla per un po’ ma sapevo che la Signora fosse troppo più forte di me e a un certo punto del cammino, stravolta, ho mollato la presa. 

Avevo tenuto il braccio teso, urlato, pianto, parlato con cura, condiviso con il cerchio più stretto, ascoltato le peggiori bugie e le più terribili verità… ma non giocavamo ad armi pari, non avevo gli strumenti per combattere quella fastidiosa battaglia.


Quella persona è ancora viva e a distanza di anni mi ha confessato che rientro nella mini cerchia di 4 persone il cui pensiero l’ha aiutata ad uscire da quella merda. 

Perché? Perché con me, da me e da queste poche persone si era sentita amata e accettata, le avevamo mostrato il suo valore di essere umano, come fossimo uno specchio… e questo l’ha aiutata. 


Confortante e terrificante a tratti. 

Confortante perché abbiamo trovato il calore di mani e abbracci fuori dalle nostre quattro mura.

Terrificante perché probabilmente tutto il male è arrivato dentro di noi perché abbiamo dovuto colmare delle mancanze, ognuna a modo suo.

E a volte gli abbracci che ti arrivano non sono da parte da chi li vorresti e allora ci facciamo un po’ da madri, ma non sempre basta.


Ci sarebbe bastato un silenzioso abbraccio, un attimo di conforto, mezzo minuto di comprensione.

Ci sarebbe bastato un peccaminoso, fuggitivo, sussurrato GRAZIE. A noi che abbiamo perdonato tante volte, pur di tenere saldo quel cerchio familiare… che forse non è mai stato un cerchio reale, ma ci piaceva volerci credere a tutti i costi.


Non sono lamenti, abbiamo smesso da anni di lamentarci. 

Sono consapevolezze forse un po’ nostalgiche che troviamo il coraggio di confessare ad una Luna crescente che ci riporta a riempirci nuovamente di gratitudine e sorrisi. 

Perché siamo qui. 

Perché siamo vive. 

Perché siamo ancora capaci di amare e finalmente anche di amarci.


No, non abbiamo ancora finito di evolverci, forse abbiamo appena cominciato e ci piace sempre di più perché abbiamo intanto imparato a metterci a nudo senza timori e a prenderci cura di noi, ogni Luna in modo nuovo.