mercoledì 30 agosto 2017

L'archivio storico.

Non ti ho forse mai creduto.

Sapevo covassi dei segreti e forse mai sarei riuscita a scoprirli da sola.

C'è un archivio storico, una memoria a cui ho scoperto di poter attingere e ad ogni incontro mi regala verità non sempre facili da digerire ma amo la verità.
I contorni della realtà sono meno sfumati di ieri.

Da qualche parte ho letto che le donne non le ferma nessuno. Inizio a crederci.

Ingoiamo verità taglienti senza lasciar fuoriuscire sangue.

Sorridiamo nascondendo ghigni e bestemmie.

Cresciamo anche se non ne abbiamo voglia.

Ascoltiamo. Ascoltiamo. Ascoltiamo. Ascoltiamo. Sospiriamo.

E' tardi per urlare e poi a cosa servirebbe? I vizi non si decapitano con le parole.

Il mio puzzle si scompone e si ricompone ad ogni passo, o quasi.

C'è solo una cosa che mi fa paura: dare profondità a rive basse nonostante si veda il fondo.

La verità, sopra ogni cosa. Per quanto faccia male.
La consapevolezza, nuova compagna di vita.
Sì, scriverò un altro libro.

Mi auguro di custodirmi gelosamente.

Mi auguro di splendere. Mi auguro di continuare ad essere donna nella migliore accezione possibile.

Prima o poi si alleggerirà anche questo peso.
Prima o poi il cerchio si chiuderà e ancora una volta si raccoglierà ciò che si è seminato.

Mi auguro di riabbracciare la mia splendente riva.

Mi auguro di perdere i piedi nella mia sabbia tanto amata.

Mi auguro di ritrovare lei, di nuovo lì, con lo sguardo consapevole che mi dice "Non volevo farti soffrire ancora di più, anche se per me forse sarebbe stato più facile. Ho preferito tutelarvi". E la ringrazierò e l'apprezzerò.
E la stringerò annusandola forte.

Ringrazio l'archivio.

Ringrazio questa vita che ancora una volta mi dimostra che c'è sempre una motivazione alle cose e che presto o tardi la verità prende quota e ci si ritrova in qualche maniera, ci si ritrova. In vita e dopo la morte.
Siamo qui, dal mio sempre al tuo per sempre. 

Mi manchi sempre, però. Mi manchi sempre.

L'unica cosa che mi rincuora è sapere che i tuoi insegnamenti e i tuoi valori sono più forti di ogni cosa, che ti sei sporcata per amore, il nostro.

Vorrei dirtelo, vorrei complimentarmi. Vorrei dirti che sono fiera di te anche se non so se avrei fatto lo stesso. Mi manchi assai.

Non mi ci abituerò mai a non averti qui quando ho tanta voglia di te.






Il rientro in città

L'orologio che si muove, tu che gli corri dietro.

Il rientro in città è sempre traumatico.

I muri sono sempre più stretti.

La mente è ancora troppo libera, vuole respirare ancora e godere dei pensieri lunghi.

Pensieri lunghi.

Il telefono che squilla, trilla. Oggi lo butterei.

Vibra, lo ignoro.

Quanto è prezioso il silenzio.

"sta durmenn senza tiemp nu ricordo ca nun pens' 'cchiù" 

Quante scoperte con gli occhi nell'orizzonte lontano.

Quante scoperte galleggiando sul mare.

Quante scoperte dietro le nuvole.

Quante scoperte sotto le stelle.

Custodirò tutto ancora, componendo nuove consapevolezze.



sabato 19 agosto 2017

Lasciami pensare che sia un mondo di merda

Lasciami pensare che sia un mondo di merda, quello in cui se nasci nella parte "sbagliata" ti tocca subire da tanti anni bombardamenti dall'alto sulla tua casa, la tua scuola, le tue origini, le tue radici, la tua famiglia. Dove le donne di qualunque età se non muoiono subito, vengono stuprate ripetutamente senza possibilità nè di ribellarsi nè di avere successivamente un caxxo di supporto psicologico. Vite rovinate per sempre.
Occhi spenti. Occhi che probabilmente non incroceranno mai il mio sguardo. 
Eppure mi sento straziata.


Lasciami pensare che sia un mondo di merda quello in cui pensiamo di valere qualcosa mentre siamo parte di un gioco di cui siamo solo pedine che non contano un cazzo.

Lasciami pensare che sia un mondo assurdo quello in cui le regole del giornalismo deprezzano le vite umane a seconda di quanto siano distanti da casa tua o dalla tv che ne trasmette notizia.

Lasciami pensare che sia un mondo di merda perchè un giorno vai in vacanza, dopo un anno di schiavo lavoro e ti tocca morire all'improvviso, mentre magari cercavi qualche souvenir da portare alla tua famiglia o eri intento a cercare qualche cibo che puoi assaggiare solo lì. Pedine, inconsapevoli di essere vittime di un gioco malato.

Lasciami pensare che sia un mondo di merda, perchè poi combattiamo la paura e questo terrorismo psicologico e reale continuando le nostre vite finchè la fortuna ci cammina accanto, perchè è solo grazie a quello che ora io sono qui a scrivere. Un anno fa ero esattamente dove c'è stato l'ultimo attentato. Fortuna. Nada mas.

Lasciami pensare che sia un mondo di merda.


I don't belong here.

Lasciami pensare che sia una società che mi fa vomitare, che ha perso ogni ragione di essere definita tale.


Tornerò anche stavolta a continuare a vivere finchè la dea bendata mi accompagna.


Spesso leggo di chi se la prende con "i terroristi", mi viene un pò da ridere ma non mi va di intavolare discorsi infiniti con chi non ha la mente aperta, non ho voglia di sprecare fiato e tempo. Incasso, ascolto, talvolta mi allontano. Non sto giustificando nessuno, sto solo cercando di osservare dall'alto.


Tutti siamo il risultato di ciò che abbiamo vissuto.

In questo mondo siamo anche il risultato di ciò che ci hanno fatto e vogliono farci vivere.

Vorrei provassimo ad immaginare per mezzo secondo quanta rabbia coveremmo dentro da decenni se avessero ucciso senza motivo alcuno tutta la nostra famiglia, la nostra città, le nostre origini, la nostra cultura.

Forse chi ha avuto almeno un lutto molto caro può lontanamente immaginare. Chi ha avuto un lutto vicino ha provato rabbia, anche solo contro un cancro (che è una bestia senza volto, eppure ha ricevuto le nostre profonde bestemmie): un solo morto, tanta rabbia.

Immaginate 10, 100, 1.000, 10.000, 100.000 lutti.


Immaginate senza fretta.


Guardatevi intorno e immaginate che non ci sia più nulla.


Niente IPhone. Niente internet. Niente tv. Niente divano. Niente casa.

Niente vicini di casa. Niente palazzo. Strada irriconoscibile.
Niente chiacchiere da bar. Niente bar. Niente abitudini.
Niente città, solo macerie.

Solo violenza.


Siamo il frutto dell'odio.

Siamo il frutto dell'avidità.
Siamo il frutto dei giochi di potere.

Quanto ancora durerà questo dolore?

Quante vite ancora verrano spente all'improvviso?
Quanto ancora dovremmo vedere?
Eppure finchè vediamo, siamo ancora fortunati.
Sì, non ci resta che vivere al meglio ogni attimo, sì, è l'unica cosa da fare.
Sì, il bicchiere sempre mezzo pieno. Finchè ce n'è voglio impregnarmi di vita, sì.

Eppure, anche stavolta l'anima è in lutto.


Il messaggio è sempre lo stesso: vogliate bene a voi stessi.

...e liberatevi da queste maledette e inutili etichette di apparenza.

A' vita è nu muorz.






giovedì 3 agosto 2017

Poche parole. Piene.

           
Le sorrise con lo sguardo di chi sa.

Forse sapeva. Forse l' aveva temuta. 

Le sorrisi con lo sguardo del "So che sai, ma so anche che non potrai mai sapere proprio tutto" e accarezzai il mio scrigno. 

Gli sorrisi.

Segni indelebili sulla pelle. Anni. Treni. Sorrisi. Risate. Sogni. 


Forse ogni tanto si chiedeva come sarebbero andate le cose se avessero fatto scelte diverse.

Raramente il sogno tornava a galla a ricordarle che all'età di 5 anni si sarebbero ritrovati in quella casa ancora sconosciuta con gli scalini di legno e la sedia a dondolo sotto il patio. Si sarebbero riconosciuti nuovamente, in modo diverso. 


I legami coltivati sotto le stelle non muoiono, li coltiva la notte,
di nascosto da noi stessi.

Never let me go. Sarà così.

Manca ancora qualche anno, non abbiamo fretta. 
Non ne abbiamo mai avuta, questa è la differenza.

"Metti l'anello al dito" riecheggiavano voci piene di risate.

Poche parole. Piene.
Pochi concetti espressi, era tutto dentro, era tutto condiviso.

"Ti faccio promettere di non limitarti...ogni passo che farai...mettici tutto te stesso...e sarà pieno di te, unico, grande...e lo auguro anche a me, di esserci al 100% in ogni passo che faro', augurio più grande non c'è per ogni essere umano degno di VITA...magari tutti riuscissimo a capirlo"




Life is perfect. 
Life is the best, full of magic, beauty[...]
(cit.)