martedì 17 aprile 2018

Ti ho ascoltato

Sì, ti ho proprio ascoltato.

A volte bisognerebbe solo disinnescare il cervello, è così semplice.

(Certo, se fossi nata uomo farei più in fretta.)

Ho risentito il calore e l'abbraccio,
ho riascoltato il mare,
mi sono persa con lo sguardo lontano.

Ti ho ascoltato, c'eri ancora, del resto ci sei sempre.

Ma soprattutto ho ascoltato: pareva avessero tutti voglia di raccontarsi, che non aspettassero che me.
Mi succede spesso.

(Qualcuno diceva "la madre universale", ricordi?
Si)

E poi accadono le cose che non ti aspetti,
e sono sempre le migliori.

Le ho riabbracciate le radici, finalmente.
Sorrido.
Ho riso, tanto.

E' stato bello esserci ma sono stata felice di tornare.

Ci sono posti che rimangono per anni come li hai lasciati.
Non riesco ad andarci d'accordo, col mio continuo fluire, con la mia costante ricerca.
Odora di mare, ma odora di passato, talvolta di stantìo.

La cosa che più mi ha colpito sono stati gli sguardi della gente: non ho visto un'espressione serena nei vari treni e spostamenti diurni.
Per un attimo ho pensato: "ora mi alzo e inizio ad abbracciarli tutti"

Gli occhi parlano sempre.
Ho visto tanto trucco, sembrava quasi stucco.
Sotterriamo, sotterriamo.

E ogni città si racconta attraverso la gente, solo osservandola.

"Vott' alloc"

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