lunedì 30 maggio 2022

Il confine sottile tra resistenza e strafottenza

Il confine sottile tra resistenza e strafottenza.


Fammi male se è l’unica cosa che sai fare con le emozioni.

Se non sai viverle, assaporarle, stringerle e rischiare.


Fammi male se è l’unico modo che conosci per sentirti più grande, ti aiuterà a stare meglio nel tuo microcosmo putrido di falsità.


Mentre ammuffisce la tua gioia e si spegne ogni candela

quando il sole più pallido ti scotterà la pelle 

quando l’amore avrà solo le sembianze di un ricordo lontano

quando l’apparenza è l’unico fiume in cui ti bagnerai

quando il tempo sarà solo scandito dal guadagno


Io sì, abbraccerò di nuovo la delusione, ma anche la consapevolezza di essere ancora umana e viva. 

VIVA.



MA IN QUANTI SIAMO RIMASTI A DARE UN PESO ALLE PAROLE?

Di quanta gente è composta la tribù della spontaneità?

E quante sono le comparse in questa scenografia?

Ci si riconosce.

Non ci si riconosce.

Si afferra, si sente, si finge.

Si finge, si parla, si finge.

Si prova, si guarda, si finge.

Si parla, si parla, si parla, si finge.


E tu da che parte stai?

Da quella delle mani intrecciate, accarezzate, strette.

Da quella degli occhi senza filtri.

Da quella di chi vuole ancora sentire il battito e il respiro.


Noi rischiamo. Lo sappiamo.

Non lo sappiamo mai abbastanza.

Siamo VIVI. Ancora qui.


Al chiaro di Luna.





Nessun commento:

Posta un commento