martedì 12 luglio 2022

Eravamo lì

Mi guardava come se fossi tu.

Mi confortava.

Prendevo nota delle sue parole.


Ma volevo ugualmente scappare. Quel mondo non mi apparteneva più.

Appena distoglievo lo sguardo da me e tornavo ad osservarlo dalla finestra, sentivo di non farne più parte.

Seguiva una direzione che non era più la mia.

Era pieno di malati di ogni tipo.

Era pieno di patologie di ogni tipo. Non riuscivamo a tenere l’elenco aggiornato.


Volevo solo andare al mare. Finché ero lì.


In realtà sarei scappata su Marte, se fosse stato possibile.

Mi aggrappai ancora una volta all’inchiostro, tentando di ingerirlo e farmi benedire da quella sostanza blu che macchiava la mia mano sinistra. La mia “scia del bene”. La mia liberazione. Il mio equilibrio.

Afferravo gli attimi, afferravo il presente, ma non dovevo fermarmi troppo se volevo davvero sopravvivere in quella realtà… e il timore dei semafori della libertà si avvicinava alle nostre porte, con i suoi passi sempre più rumorosi. L’uomo nero del 2o22.

Non sapevamo più di quale —emia si trattasse. Avevano cambiato anche il significato delle parole, le definizioni, i valori dei parametri, ma quella che più mi preoccupava era l’infodemia. 

Una corrente di “informazione” soffiata da venti economici e politici, che non avremmo mai potuto capire fino in fondo. 

Eravamo… no, non voglio dirlo. 

Eravamo lì. Eravamo lì.





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