giovedì 19 maggio 2022

Eri così.



C’è un’aula di una scuola, alle falde del Vesuvio intitolata a te, che però avevi chiamato “come me”.

Forse è tutto un flusso. 


C’è stato un campanello stasera nell’anima e solo molte ore dopo, quando sono andata sul tuo profilo Facebook per immergermi nei ricordi, ho realizzato che manca poco all’ennesimo anniversario della mancanza del tuo corpo e del tuo sorriso nella nostra quotidianità.

Delle tue “cofecchie”, delle sigarette continue, delle unghie coloratissime sui piedi abbronzati, delle tue acque profumate, del rossetto immancabile, della tua testolina violacea, delle telefonate ad ogni ora, dei telefilm “a piett ‘e cor”.

Di collane pesantissime portate come se fossero piume. 

Di parole sempre pronte a sfondare ogni portone.

Di lunghe risate e sfottò. 

Di ennesimi regali inutilissimi ma acquistati come se fossero necessari per la sopravvivenza.

Di cene elaborate e trascritte su ricettari infiniti, diventati di tuo grandissimo interesse, dopo averci fatto trascorrere un’adolescenza di surgelati e piatti pronti. (rido)

Di orecchie seppur stanche e talvolta fischiettanti e piene di ronzii, sempre disponibili all’ascolto.

Di ginocchia scricchiolanti che non volevano smettere di camminare.

Di silenziosissime paure nascoste sotto al letto.

Di errori incomprensibili agli occhi di molti, soprattutto ai nostri, con la grande meraviglia e disperazione di chi incassa il colpo, si spezza e crede di morire, ma poi si rialza… solo per amore.

Di emozioni ubriache di vita.

Di instancabile voglia di vivere.


Eri così.



E sai una cosa? Un amico (inconsapevole) mi ha regalato 3 piante per il balcone: 2 sono girasoli. I tuoi fiori preferiti. Li ho chiamati Tina e Nanninella, così, giusto per ridere.

Ci manchi assai.



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