domenica 3 aprile 2022

Eppure, sembra sia rimasta solo io qui.

 Le parole del bene sono sempre poche.


Se l’inquietudine avesse una forma, riuscirei ad afferrarla per lanciarla fuori dalla finestra.

E invece non ha una forma e batte insieme a me, dentro me.

Non conto più le volte che ho ricominciato.

Morti e rinascite.

Continue.

Con quella parte di me che fa il tifo per me, che si allunga e si rimpicciolisce come una fisarmonica.

E a volte faccio fatica a sentire.

Con tutti i migliori propositi, certi giorni privi di valore.

Con tutte le strategie, certi giorni prive di senso.

Quanta forza ci vuole per rimanere fedeli a se stessi, al tempo stesso rimanendo adattati (in qualche modo) a questa società.

Certi giorni oscillo.

Oscillo sentendomi libera. 

Oscillo poi, sentendomi appesa, come se avessi un cappio al collo legato a un pendolo, che non posso gestire.

Ci provo, ci riprovo, mi illudo, pianifico e non basta mai.

L’inquietudine, nel silenzio dei rumori della vita, sa farsi spazio. Ha imparato a urlare meglio di me, che continuo a crederci.

Quante case, strade, vite incrociate, stimoli afferrati, stimoli assopiti, lacrime semplici, lacrime inconsolabili.

Vorrei fossi qui per ricordarmi le radici. 

Non me le ricordo più le radici certi giorni.

Da dove vengo? Come sono arrivata fin qui? E soprattutto dove caxxo sto andando?

Dove caxxo sto andando?

Se fosse semplice stare dentro me, se fossi semplice anche per me… 

Se fosse leggero il peso dei pensieri…


Se avessi potuto fermare il tempo, ancora un po’, ancora un altro po’, ti avrei stretto ancora di più, annusato ancora di più e mi sarei ricordata un po’ di più da dove vengo.


L’unico conforto nella tua assenza è che tu non stia vivendo questo momento storico che è davvero atroce, sotto ogni aspetto.

È tutto così irreale, surreale, finto.

È tutto raccontato male, anche da noi.

E non mi abituo, non me ne capacito, non voglio stare qui. Non voglio sostare. Non posso stare ancora così.

E so che mi avresti capito, come forse solo tu riuscivi a fare, su quella spiaggia piena solo di noi. Lontane da ruoli ed etichette. Potevamo dire ogni cosa, senza averne timore né vergogna.

Sapevo che nessuno sarebbe scappato via per paura di impregnarsi di verità.

Il coraggio di restare nelle emozioni è sempre più raro. 

Chissà se mi ascolti, chissà se hai modo di leggermi da dove sei… io ci spero sempre.


Come cavalloni che non riesco a domare.

Come calamite di verità che non riesco a scrollarmi di dosso.

Come un’immensa spiaggia di verità da cui non voglio andarmene.

Eppure, sembra sia rimasta solo io qui.





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