giovedì 29 novembre 2018

Il mini trattato sulla bugia maschile del 2018



La necessità maschile di mentire credo abbia un’origine atavica e culturale.

Risale a quando era in grado di tenere le redini di una famiglia o addirittura di tutta la sua stirpe.

Uomini, che non esistono quasi più.

E allora che fare? Grandi bugie per mostrare una spavalda serenità, un’astutissima furbizia a cui noi donne fingiamo di credere per non demolire chi abbiamo di fronte. 

Intanto è tutto così ridicolo che ci fa ridere.

Ci fa ridere pensare che davvero possiate credere che vi crediamo.
Ci fa riflettere pensare che davvero possiate credere che siamo così vacue, così poco attente.
Ci fa costantemente realizzare che questo è il risultato della tanto agognata “parità dei sessi”: ha creato il caos, ha reso indefiniti i limiti dei ruoli, gli spazi a cui un tempo si faceva onore, quelli in cui ci si immergeva pieni di se stessi, pieni di pericoli e di responsabilità. Gli spazi in cui si coltivava qualcosa di unico, quelli da cui “corri il rischio” di non uscire più o di uscirne infangato ma fottutamente vivo.

Noi ci adeguiamo, abbiamo uno spirito di adattamento che non conosce limiti e siamo brave a fingere se vogliamo, ci plasmiamo e vi commentiamo, vi studiamo silenziosamente e analizziamo ogni prova a cui ci mettete di fronte, a volte ci sporchiamo, a volte sbagliamo, a volte ci stupiamo ancora di quanta energia venga sprecata attraverso inutili bugie, ma siamo qui.

Siamo qui a chiederci quanto potrebbe essere tutto più semplice se la smetteste di mentire. 

Un tempo erano le donne ad essere complicate, oggi abbiamo uomini rebus, intenti solo a pavoneggiare l’ego nella certezza della conquista. 

Ma la domanda è: ci sarà davvero qualcuno a farvi l’applauso quando piazzate la bandierina?


Gli è rimasto solo il pene -  esclamò Eva -  gli attributi non ci sono più.





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