lunedì 15 maggio 2023

Ora possiamo andare

Le lacrime ripulirono lo sguardo il giorno 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7…


Riprese a camminare, sudare, camminare, sudare e ancora sudare… e ancora a commuoversi.


Iniziò a chiedersi quante lacrime potesse produrre il corpo umano ma non andò su Google a cercare risposta.

Era quello di cui aveva bisogno. Era ormai l’unica strada rimasta.


Il suo corpo le chiese ancora acqua e gliela diede.


“Sei pronta a tornare?”


“Pare di sì, ma prima devo andare in quel castello. Cambiamo direzione prima di tornare a casa”


“Ok”.


E fu in quel castello che trovò una Vergine con una sacca piena d’acqua, stavolta diversa dalle precedenti.

C’era anche sua madre. Erano lì, tutte e due o tre, a sentire forte quel calore e quella magia. 

In una solitudine che non faceva più paura.

Una solitudine consapevole. La conosceva bene, la conosceva già.


Trovò di nuovo lo spazio per il perdono.

Lasciò entrare nello sguardo solo la verità e non ebbe paura di lasciarsi andare.


Salì in alto, ammirò quel panorama in quella beata solitudine e ringraziò l’isola per averla riportata a casa. Stavolta, ancora una volta, da sola, ma “piena di donne”.


Gli occhi ancora invasi di commozione e gratitudine.


Gratitudine per essere ancora viva.


“Ora possiamo andare”




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