giovedì 2 settembre 2021

No rain, no flowers

Arrivi ogni volta così, squarciandomi il cuore e cacciando lacrime a fontana, come se si aprisse una ferita, ogni volta.


Si avvicina il tuo compleanno pensavo… quanti anni faresti? 68 mammarè, 68.

E io, sento che avrei ancora bisogno di te, ancora, solo per un confronto, solo per sapere che ci sei.

E non sei mai stata di quelle madri su cui poggiare la testa, accasciarsi dimenticando tutti i “mali della vita”, ma c’eri e questo mi bastava, a modo tuo, c’eri.


Vorrei sapere che posso tornare a casa, vorrei sapere che la mia casa sei sempre tu.

Vorrei sapere cosa pensi di quello che mi succede, delle persone che incontro, di come mi comporto. 


Vorrei parlarti del lavoro, dei sogni nel cassetto, della mia ultima pazza estate.

Vorrei sapere che posso tornare da te.

E rimanerci se mi va.

Vorrei che mi facessi l’in bocca al lupo quando mi cago addosso e ho paura, che leggessi l’ultimo libro in cantiere, che mi spronassi a pubblicarlo.


Vorrei che conoscessi gli amici più belli che mi hanno accompagnato e affiancato negli ultimi anni.

Vorrei che giocassimo insieme con Alessio, Jacopo e Giulia e sono sicura che ti pisceresti addosso dalle risate ma anche che ci commuoveremo come 2 cretine per le loro tenerezze.


Vorrei che mi dicessi che passerà questa terribile sensazione di vuoto immenso che ogni tanto arriva e prende tutto lo spazio sul palcoscenico del mio mondo.


Vorrei qualcuno come te nella mia vita, se tu non ci sei più.

Fino a che età si può desiderare di avere una madre? C’è un limite? C’è un traguardo di crescita per cui all’età X non la si desidera più?





martedì 6 luglio 2021

“Questa è solo la morte, amore mio”

 “Questa è solo la morte, amore mio”


Oggi ho creduto di nuovo (ancora) all’amore vero.

Tra le lacrime l’abbiamo visto brillare e luccicare, così chiaro. 

Semplice, sincero, beato, danzare un ballo che forse poteva essere l’ultimo, dolce, sorridente passo a due.


E solo dopo ci siamo chieste come fosse possibile che ad alcuni non fosse visibile.


Con quegli occhi sorridenti era come se dicesse alla sua amata “amore, non mi interessa se a breve forse il tuo corpo non sarà più qui, ma finchè ci sei, balliamo e sorridiamo, amiamoci ancora, ne abbiamo passate tante, “questa è solo la morte”, ma sapevamo che prima o poi nella vita sarebbe arrivata e non ci spaventa se l’affrontiamo insieme, ancora.


C’era così tanto benessere in quel piccolo video che dovrebbero usarlo nelle scuole: “L’amore vero ragazzi, eccolo qui.”


L’amore nel bene e nel male, l’amore fino all’ultimo, l’amore nonostante tutto, l’amore che ti tiene per mano in attesa della morte, col sorriso migliore finché ne ha e se non ce l’ha se lo fa uscire. 

Ma anche l’amore che piange davanti a tutti perché già gli manchi troppo se per qualche ora non ci sei.


Quella purezza di sentimenti rasserena l’anima, la conforta, la rassicura e incredibilmente la fa gioire. Gioire perché sapere che persone così esistano ancora in questo mondo può solo darci speranza, di essere migliori, un giorno. 


Lontani dalle doppie vite.

Lontani dal Girone dell’Apparenza

Lontani da qualunque cosa allontani dall’Essenza.


L’amore vero c’è ed è così. Punto.

Posso solo sorridere mentre continuo a piangere e nutrire un profondo rispetto per la sacralità di questo sentimento.





mercoledì 23 giugno 2021

E abbandono questa riva, con un leggero nodo in gola che un po' mi strozza.


E abbandono questa riva, con un leggero nodo in gola che un po' mi strozza.

Nella completa libertà e lucidità di pensiero cedo spazio, lo spazio per me.


Ho creduto per un attimo di vedere un orizzonte e rimettere al suo posto quel cuore sotto braccio. 


Ma nell’imprevedibilità del non detto e negli abbagli dell’alba, mi ritrovo a capire (di nuovo) che l’amore è una cosa semplice, proprio come le onde del mare che non si arrestano, non le puoi fermare o comprimere o rimandare indietro.


Lascio la riva e abbandono l’ingarbuglio che non fa per me.


Nell’incostanza ho trovato la necessità della costanza di SENTIRE, DIRE, CAMMINARE e CONDIVIDERE.

Riprendo a camminare riempiendomi gli occhi e liberandomi ad ogni passo, stravolgendo anche l’immagine di me in cui mi ero specchiata negli ultimi anni.


Sorrido perché sono consapevole. La stessa consapevolezza che in altri momenti mi ha atterrato o colpito con sferzate inaudite di indifferenza.


Sorriderò meglio domani.


E al cavaliere dell’insicurezza e dell’apparenza auguro coerenza.


Ad ogni passo sento a tratti di sentirmi un po’ ridicola per aver creduto, ma poi mi ricordo di quello che ho sotto il braccio e con tenerezza capisco che va bene così, essersi mostrati vulnerabili e umani non è mai qualcosa di cui vergognarsi.


Voglio restare fedele a me stessa.

Oggi più che mai.

Voglio restare fedele ai sentimenti, sempre.


“Cosa credi che il cuore sia un muscolo di marmo?” Cit. Pino 






“È stato come volare, qui dentro camera mia” Cit.


"Eh, o sai comme fa o core quann s'è sbagliat, no?" Cit.


giovedì 3 giugno 2021

Lo show

Quella sera avrei voluto che mi rastrellassero i pensieri.

L’angoscia si faceva spazio allargandosi nelle terminazioni nervose, come un virus. 

Quando i chilometri dalla realtà che non volevo vedere si riducevano, lei era lì, pronta a prendere il suo posto in prima fila.

E sapevo che lo spettacolo sarebbe stato lo stesso.

Anche quella volta avrei indossato la maschera, ormai ero marchiata a fuoco, anche da me stessa.

Ma ogni volta era come se gli abiti di scena non fossero pronti, ancora da lavare e stirare.

Come se trucco e parrucco ancora non fossero stati decisi e la scenografia ancora da costruire.

Forse perché come ogni volta, avrei non voluto partecipare a quello show.


Per me, vivere quei giorni era una condanna.

Ero condannata a vedere la realtà, per quella che era.

Per quella che era da anni.


Ero condannata a custodire nel cuore un ricordo meraviglioso su un’amaca sotto le stelle a sentirmi protetta e avere la consapevolezza che sarebbe stato per sempre. E invece la consapevolezza del lungo presente era che non mi aveva protetta. Mi aveva lasciato crescere come l’erba sul ciglio di un marciapiede, adattandomi fino a fiorire, tra acqua piovana e piscio di cane.

Realizzai che da quel loop non sarei mai uscita. 
Realizzai anche sì, che ero stata capace di fiorire, ma poco mi importava in quel momento.
Avrei voluto essere ovunque, tranne che lì.



"... passann riestam a guardà
si rir e nun l'avessa fa


domenica 18 aprile 2021

Il prof di filosofia

C’è stato un tempo intensissimo in cui “c’erano nuvole in certe camere e meno ombrelli di quel che pensi, dove ci sedevamo in riva al fosso per condividere ogni attimo e sentirci più leggere”.

Dove facevamo cd che condividevamo con una cuffietta a testa con una “sacralità” pazzesca e dove qualcuno all’improvviso irruppe in classe esordendo con “Qual è il senso della vita?” Era il nostro professore di filosofia del terzo anno, che era molto strambo a prima vista (e forse anche alla seconda), ma ci ha portato in un “non luogo” dove ci ha chiesto di parlare… e di farci ascoltare… e di ascoltare.

Ci ha dato l’ascolto che volevamo, ma non sapevamo di volere davvero.

Lo ricordo a distanza di tanti anni con un grande sorriso, perchè ci ha aperto una porta “verso dentro” ma ce l’ha fatta condividere.

Ci ha “ingannato” portandoci a salire una montagna con mezzo litro d’acqua a testa, sotto un sole cocente, per farci meglio comprendere i gesti disperati di qualcuno che probabilmente non aveva parlato, non aveva ascoltato e non si era fatto ascoltare.

Ci ha fatto dormire in un convento a nostra insaputa, ci ha fatto frequentare luoghi in cui non avremmo mai messo piede per scelta… e alla fine, è stato un grande, ma l’abbiamo capito solo dopo. È stato un periodo bellissimo, è stato formativo, è stato un tassello delle nostre vite da adolescenti che credo ognuna di noi conserva in un posto del cervello pieno di luce.


“Metti in circolo il tuo amore

Come fai con una novità

Metti in circolo il tuo amore

Come quando dici si vedrà

Come fai con una novità”


E non posso non pensare che sono LE PERSONE come lui a fare la differenza e in generale… le persone delle nostre vite fanno la differenza e lasciano il segno.

La sua scia d’amore, a distanza di 20 anni, è ancora qui ed è meraviglioso ❤️




lunedì 22 febbraio 2021

2021

 Mi inseguivano da giorni.

Erano le mie debolezze, schierate davanti a me, a nascondermi anche quello spiraglio di orizzonte che non riuscivo più a vedere neanche davanti al mare.

Erano coltellate, erano lacrime, erano stanche, erano tutte stanche.


Affievolite mi guardavano le speranze.

Annebbiati mi scrutavano i sorrisi.

Rannicchiata l’anima a chiedermi perchè.

Stanca la mente rincoglionita, si faceva spazio tra i pensieri neri

provando a cercare nuove energie.


domenica 24 gennaio 2021

Quanto dura un profumo?

Sono circa 6 anni e mezzo che non ci sei più e nel riordino di inizio anno, che sarà simile al precedente, da trascorrere quasi interamente in casa, sto risistemando anche i cassetti, anche quelli che apro poco.

C'era un sacchetto con delle mollette di legno colorate con gli animali incollati su, proprio "alla te". Ma il sacchetto era vecchio, ho pensato di cambiarlo con uno nuovo, ma appena l'ho aperto mi è arrivato addosso il tuo odore, una mini folata di intensità che mi ha fatto commuovere.

E allora non ho potuto cambiarlo, perché tu sei lì. Con che coraggio potrei?

Quanto dura un profumo? Quanto durerà il tuo odore? Vorrei custodirlo, ma non so come fare.

Vorrei abbracciarti, non so come fare.

È come una corrente elettrica che mi arriva addosso, dentro, e mi rende impotente, fastidiosamente vulnerabile e non posso fare nulla per riaverti qui. 

Eppure, rimani il mio eterno, il mio per sempre.

Durerai con me, finché sarò qui e spero che il tuo odore mi accompagni ogni tanto, inaspettatamente, tirato fuori da un cassetto con qualcosa di tuo.