Sorrise mentendo, ormai aveva capito il gioco.
Sorrise davanti alla folla.
Sorrise sempre.
Aveva urlato poco prima, avvinghiando un barlume di rispetto.
Gliel’aveva insegnato proprio lui, quella sagoma inutile nella sua vita.
Quello che l’aveva ignorata per anni, pur di non occuparsene, pur di non prendersene cura.
Il tempo del calendario le implorava pena e compassione ma non trovò spazio per sopravvivere.
Era morto ogni sentimento.
Era stato accoltellato da spade di lacrime e sangue rabbioso, imprecando di riconoscere quel caxxo di DNA.
Era stata una morte liberatoria, in attesa che anche le carni lasciassero quella dimensione.
Il cuore non dimentica. Lo STATO DI ABBANDONO in cui aveva riversato i battiti migliori lampeggiava ogni volta che le si avvicinava. RICORDA! NON DIMENTICARE! TI HA IGNORATO! NON ESISTEVI PER LUI!
Aveva imparato a farne a meno.
Non aveva avuto alternative.
Su quel ciglio della soglia di casa senza odore aveva imparato tutto dalla solitudine e dalla disperazione.
(Riposa in pace, prova a zittire quella mancanza profonda, ignora il dolore, prova a dormire. Gioisci, gioisci perché non gli appartieni).