“Spogliàti dalle certezze della tradizione,
camminiamo infreddoliti e tremanti alla ricerca di calore umano.
L’acquisto di coperte non basta ad attutire il gelo dell’anima, dove i sentimenti ormai sono ghiacciati e le speranze ormai iceberg pietrificati.
Che desolazione!
È un mondo plumbeo il nostro sè, che all’esterno rivestiamo di mille arcobaleni per apparire audaci… ma soprattutto per guardarci allo specchio e sembrare a noi stessi forti… questo ci aiuta.
Altre volte però è proprio questo a fotterci.
L’illusione di star bene ci si attacca addosso come una medusa, non se ne va più. E si sa che solo al sole le meduse possono sciogliersi, svanire.
E per chi non sogna più, immaginate come debba sentirsi ad avere una perenne convivenza con una solidificata illusione.
È rabbia ed è tutto offuscato.
Sembra di vivere con un apparente gemello siamense, con due personalità: a volte l’illusione, a volte noi stessi.
Continuando così mai nessuno più saprà come stai davvero…
Nessuna emozione potrà essere limpida e precisa.
Sarà sezionata, frammentata e portata ad analizzare da entrambe le personalità. Ma le emozioni non possono essere razionalizzate.
Quindi addio anche a quelle.
Chissà come ci si sente.
Chissà chi potrà rispondere…sinceramente”
(scritto tra il duemiladue-duemilacinque)
Saranno state le lacrime al concerto di ieri, una commozione pronfondissima, a farmi riaprire questo libro…
Quando mi rileggo, quando risento quel dolore, quando mi stupisco per quello che ho scritto e che ho sentito… e quando poi mi vedo sorridere, nonostante tutto, mi batterei un 5 alto e mi direi “Ce la stai facendo ad essere te stessa, stai entrando nell’èlite. Vai avanti così, vai spietata e con coraggio. Sei viva!”
Lo auguro a chiunque mi abbia letto fin qui.
‘A vit è nu muorz, non ce lo dimentichiamo guagliù <3