Si fece spazio in un lasso di tempo di cui non ebbi cura.
Tra l’immediato e l’infinito.
Tra la routine e i residui di un’estate appena trascorsa.
Balzò fuori dal nulla, su un vialetto di un campeggio di scarsa qualità ma pieno di energia.
Tornai a casa tra le sue braccia.
Tornai a casa, tra le sue braccia.
Tornai improvvisamente a casa, tra le sue braccia.
Il cuore mi sorrise e approvò.
Il calore mi stupiva come se fosse stata la prima volta.
La consapevolezza di aver ricevuto un dono immenso mi cinse la vita sorridendo, come se avessi vinto al Superenalotto.
Attraversavo i giorni con gli occhi luminosi e la curiosità di sapere come sarebbe stato quel futuro di cui riprendevo ad intravedere l’orizzonte.
La pelle, l’odore, le carezze, le risate, gli sguardi pieni, le rose, i viaggi, i chilometri, la musica, i racconti, i segreti, le risate ancora, quante risate!
Imbavagliai a fatica ogni timore finché perse fiato.
Non era il tassello mancante, era il tassello del PLUS, come nei videogiochi quando raggiungi la stellina che ti fa andare più veloce e ti fa sentire una supereroina.
Non c’erano più curve morbide ma solo spigoli.
Iniziai a farmi male ad ogni passo.
Le parole non avevano più valore.
Rincorsi ogni paura, insicurezza e tirai fuori ogni parola utile e possibile.
Forse un giorno capirà.
Forse un giorno capirò.